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Tassa di smaltimento anticipata

La tassa di smaltimento anticipata (TSA) sul vetro

Da gennaio 2002 i produttori e gli importatori di bottiglie di vetro pagano una tassa di smaltimento anticipata (TSA). Il denaro viene poi rimborsato ai comuni, ai consorzi e ad altre istituzioni che raccolgono il vetro usato. La TSA dà un contributo ai costi della raccolta del vetro usato.

Perché una TSA?

In Svizzera il riciclaggio del vetro usato è affidato ai comuni. Essi si occupano dei punti di raccolta e organizzano il trasporto del vetro usato dal contenitore all’acquirente. Purtroppo, dalla vendita dei frammenti di vetro i comuni non guadagnano quasi nulla – anzi, spesso devono addirittura pagare qualcosa all’acquirente, affinché questi prenda in consegna il vetro usato. Ciò è dovuto al fatto che negli ultimi anni il trattamento del vetro usato è diventato sempre più costoso. Contemporaneamente, i prezzi per le materie prime utilizzate per la produzione di vetro sono fortemente diminuiti. Per questi motivi, in molti comuni la raccolta di vetro usato ha portato a un disavanzo. Oggi grazie alla tassa di smaltimento anticipata sono proprio i responsabili dei rifiuti in vetro a sostenere questi costi. Questo principio, secondo il quale è il commerciante o il venditore di imballaggi e merci che si trasformeranno in rifiuti che deve provvedere al loro smaltimento, è radicato nella legge sulla protezione dell’ambiente. Si applicano tasse di smaltimento anticipate anche sulle bottiglie in PET e sulle lattine di alluminio. Ma per il vetro è fallita una soluzione interna al settore. Per questo, il Consiglio federale ha disposto l’applicazione della tassa di smaltimento anticipata sugli imballaggi per bevande in vetro. L’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) ha incaricato VetroSwiss di riscuotere la TSA e di redistribuirla agli aventi diritto.

Come funziona la TSA?

La tassa di smaltimento anticipata viene riscossa direttamente presso i produttori di imballaggi in vetro svizzeri e presso gli importatori. Per una bottiglia di vino la tassa ammonta a 6 centesimi, per una bottiglia di birra grande a 4 centesimi e per una bottiglia di birra piccola a 2 centesimi. La tassa non si applica a contenitori in vetro per uso alimentare, come barattoli di marmellata o vasetti di conserve e alle confezioni di latte in vetro o agli imballaggi per prodotti cosmetici. Oltre ai comuni o ai consorzi da essi incaricati, possono beneficiare dei rimborsi anche altre aziende addette alla raccolta del vetro, come supermercati, grossisti o aziende di trasporto, a condizione che accettino tutti gli imballaggi in vetro nel loro raggio d’azione e nella raccolta soddisfino tutti i requisiti qualitativi che consentono un riciclaggio efficiente. Le aziende che trattano il vetro usato non ricevono pagamenti diretti; finanziano il loro lavoro sostanzialmente tramite prezzi in grado di coprire i costi.

Favorire un riciclaggio ecologicamente conveniente

La quantità di denaro ricevuto dai comuni per il vetro usato non dipende solo dalla quantità raccolta, ma anche dal tipo di raccolta e di riciclaggio messi in atto. Per esempio, per i cocci di vetro separati per colore, che vengono riutilizzati per la produzione di bottiglie nuove, viene accordato il tasso di rimborso più elevato. Per i cocci di colori misti, che vengono sottoposti a un riciclaggio molto avanzato, come la produzione di ghiaia in vetroschiuma, il rimborso è pari a circa il 60 percento rispetto al tasso massimo. Se i cocci di vetro vengono riciclati in surrogati della sabbia e della ghiaia, VetroSwiss paga solo il 20 percento. Con questo sistema di finanziamenti ridotti a scalare, si intende promuovere un riciclaggio di qualità dal punto di vista ecologico.